Cercansi collaboratori disperatamente

Negli ultimi anni il problema di tante aziende è quello di non riuscire ad attrarre o trattenere collaboratori validi. La carenza di personale è un male cronico per molte attività, e tante hanno scelto di chiudere i battenti anche per la mancanza di collaboratori.

Caso ancora più eclatante è quello del ristorante stellato Noma a Copenaghen.

L’azienda chiuderà nel 2024 perché, per ammissione del suo fondatore, il suo business, basato anche sul lavoro a costo zero di stagisti e apprendisti, non è più sostenibile.

Su questa notizia ho pubblicato un post su Linkedin. Clicca sull’immagine qui sotto per leggerlo.

La domanda da cui ripartire

Ogni impresa, soprattutto (ma non solo) in questo periodo storico, dovrebbe ripartire da questa domanda:

Come posso trasformare la mia azienda in una fucina di talenti super produttivi?

Non è un caso se si parla di risorse, quindi di persone che possono dare un contributo positivo all’azienda, e per questo vanno selezionate, allenate, motivate e trattate con grande cura.

Non c’è chiaramente una risposta univoca a questa domanda, ma ci sono una serie di cose che puoi fare per affrontare il tema del personale come una grande opportunità di crescita e non come un problema.

1. Occhi sempre aperti sul mercato

Quante volte vedi aziende che iniziano la ricerca di risorse solo quando sono con l’acqua alla gola? Questa è la situazione peggiore per cercare un nuovo collaboratore, perché fretta ed esigenza impellente di rinforzare la squadra non sono mai buone consigliere.

È come se un’impresa cercasse nuovi clienti solo quando i conti vanno in rosso: quante speranze ha di trovare nuovi clienti altamente remunerativi in tempi rapidi?

Ecco allora che diventa fondamentale avere sempre gli occhi bene aperti sul mercato dei talenti, ad esempio seguendo su Linkedin i profili più interessanti e facendo scouting tra i collaboratori di altre aziende, concorrenti o meno.

Senza dimenticare la valorizzazione dei propri talenti, per evitarne la fuga.

2. Inserimento strategico in azienda

Quale contributo misurabile offre ogni risorsa inserita in azienda?

Il timore di molti imprenditori è quello di accollarsi un costo ogni volta che assumono un nuovo collaboratore.

In realtà, molto spesso questo timore nasce dalla mancata conoscenza dell’impatto positivo che quella risorsa avrà sul business.

Negli anni ho chiesto a molti professionisti quale fosse il loro impatto concreto sull’ azienda, e nella maggior parte dei casi la risposta è stata un elenco di attività svolte.

Ti faccio un esempio.

In genere un venditore mi dice che il suo compito è vendere. Il suo primo e spesso unico riferimento è l’obiettivo mensile che gli viene assegnato.

In realtà, l’inserimento di un nuovo venditore dovrebbe soddisfare altre esigenze come:

1. La marginalità media che riesce a produrre. Si sprecano i casi di commerciali che per chiudere un contratto bruciano quasi completamente il margine perché “devono fare l’obiettivo alla fine del mese”. Così i conti per l’azienda non tornato mai.

2. Generare referral da ogni cliente acquisito. Un venditore deve essere in grado di ottenere nuovi contatti in target partendo proprio dai clienti che gli hanno dato fiducia. Questo è il modo più efficace per far crescere rapidamente fatturato e marginalità.

Quanti venditori conosci, invece, che aspettano che clienti e lead piovano dal cielo?

Approfondisci l’argomento con l’articolo “Seleziona venditori che fanno crescere la tua azienda”.

3. Come vengono incentivate e premiate le risorse migliori?

Il tema dell’incentivazione è sempre scottante, ed è strettamente legato alla domanda del paragrafo precedente.

Infatti, se gli incentivi per la forza vendita sono dati per scontati, quando parliamo delle altre risorse sono un vero tabù.

Eppure, se una risorsa rende più efficiente un processo aziendale migliorando così il lavoro di interi reparti se non di tutta l’azienda, con risparmio di tempo e denaro, non merita di essere premiata?

Soprattutto nelle piccole imprese, se un collaboratore si fa carico con successo di attività prima in capo al titolare, che può così liberare ore preziose per lavorare strategicamente sulla sua azienda, non merita un riconoscimento?

Adriano Olivetti ha detto “Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo.” Come dargli torto?

Lo scopo di un’azienda

Lo scopo di un’azienda è quello di creare benessere per i suoi componenti e per i clienti.

Quest’obiettivo ha bisogno di una visione chiara e di un costante lavoro sulle risorse, sul loro coinvolgimento strategico, sulla loro capacità di generare ogni giorno un valore misurabile.

Un esempio su tutti è quello del Barcellona e della sua cantera, il suo settore giovanile, che trasforma dei talenti in campioni affermati.

Quante aziende conosci in grado di valorizzare i suoi collaboratori così come fa la società del Barcellona?

I commenti sono a tua disposzione, il tuo contributo è sempre prezioso.

Io ti aspetto come sempre su Linkedin.

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